Croce d'Altare
La croce e il crocefisso
Dalla spiritualità medievale alla Croce d'Altare dei Campeggi Riuniti 2011
Da quali circostanze nasce l'idea di realizzare il Crocefisso d'Altare dei Campeggi Riuniti?
In prima battuta possiamo dire che è pensato e meditato in un luogo: l'Eremo
Betel di Pagnona (Lc) nelle giornate di ritiro del lungo inverno meditando sui testi
della spiritualità e devozione della Croce in epoca medievale.
Da questa provvidenziale occasione pian piano si sono raccolte idee e immagini per
realizzare il Crocefisso.
Vi offro qualche spunto raccolto nella ricerca che andavo facendo.
Nella spiritualità gotica la devozione alla umanità del Cristo, alle sue
sofferenze e alle sue piaghe porta l'umanizzazione progressiva dell'iconografia
del Cristo e il realismo sempre più accentuato nella raffigurazione dei suoi
dolori e delle sue umiliazioni1.
E in particolare nella spiritualità monastica che si sviluppa e si accentua
la devozione all'umanità del Cristo, ed è lo stesso luogo d'origine di
inni e sequenze e testi in poesia e in prosa su questi temi, che entreranno nella
stessa liturgia.
In un primo esame dei testi del primo medioevo si può notare come la teologia
monastica sviluppa quella che è la «Mistica della Passione» che dopo
essere stata assimilata al martirio (primi tre secoli) e alla mortificazione degli
asceti (dal terzo secolo al settimo), trova una nuova formulazione nella "contemplazione
della Passione del Signore"2. A partire dai luoghi santi si vedono sorgere dappertutto
riproduzioni della Chiesa del Santo Sepolcro. Indubbiamente queste imitazioni contribuirono
a diffondere la devozione ai luoghi santificati dalla Passione di Cristo, e quindi
ancora una volta alla Passione stessa, e alla croce.
Nei secoli precedenti S. Bernardo la spiritualità della croce ha visto il nascere
di una proficua produzione liturgica legata alla croce. Pensiamo a Venanzio Fortunato
(† 600 ca) il quale ha composto Inni tuttora presenti nelle nostre liturgie: Pange
lingua gloriosi, VexillaRegisPrudeunt, dove si fondono mirabilmente l'intensità
del sentimento, l'esuberanza dell'immagine e una profonda intelligenza teologica:
"il mistero della croce rifulge", "dal legno Dio ha regnato". Più che nella
sua secca aridità, la croce è vista come un albero vivo, scelto e fertile:
"albero avvenente e fulgido, adornato della porpora regale".
Allo stesso modo Rabano Mauro († 856) ha dedicato la sua prima opera alla croce
del Signore: "De laudibussanctae crucis". Il primo libro contiene ventotto carmina
figurata, con la rappresentazione del crocefisso. Gli allegati ci offrono un idea
dello sguardo sulla croce con visione teologica e sensibilità poetica.
Similmente potremmo aggiungere anche qualche nota su san Pier Damiani († 1072) e
Anselmo d'Aosta († 1109). Accenno solamente al primo facendo riferimento alle sue
"Preghiere per l'adorazione della Croce".
Sinteticamente possiamo dire che parlando della presenza dell'immagine del Crocifisso nel
sec. XI bisogna entrare nella devozione all'umanità del Cristo. E infatti la
crocefissione rappresenta la ragione più profonda della pietà e del sentimento
di condivisione da parte del discepolo del Signore. Questa spiritualità affonda le sue
radici, come abbiamo visto, più indietro. L'età gotica non farà altro che "drammatizzarla".
2 F.Di Bernardo, Passion, inDict.Sp., 12, Beauchesne, Paris 1983, col 326.
Arriviamo così al Crocifisso dei campeggi Riuniti. La sua collocazione sull'altare trova
il suo incentivo nella devozione all'umanità paziente del Signore e alla Croce e nella
naturalezza del momento della preghiera eucaristica, dove si rinnova il sacrificio della croce.
Sottolineo tre caratteristiche che hanno determinato la raffigurazione: la prima è il
richiamo allo stile delle croci dell'XI sec. In particolare di quelle processionali. Seconda
caratteristica è legata all'opera di s. Bernardo: liber de Passione Christi et doloribus
et planctibusMatriseius
In quest'opera s. Bernardo porta all'apice la drammatizzazione della Croce pertanto il Cristo
appare con il capo reclino e nelle forme austere (non dimentichiamo che S. Bernardo è colui
che completa la riforma della Regola Benedettina iniziata da Roberto di Molesme).
Terza caratteristica è nella forma: le braccia sono aperte quale atto sacerdotale: il Cristo
sacerdote e vittima sacrificale gradita a Dio.
L'altare diventa il fulcro dell'offerta, altare che consacra, e rinnova l'Alleanza eterna.
Altrettante sono le caratteristiche legate alla materia: il legno
Sono molte le citazioni della Scrittura riguardo al legno: da costruzione, difesa, oggetto di culto e segno/simbolo.
Es 15,25 Egli invocò il Signore, il quale gli
indicò un legno.
Sap 10,4 La sapienza salvò di nuovo la terra sommersa
per propria colpa, pilotando il giusto su un semplice legno.
Sap 13,13 Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno contorto e pieno di nodi, lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
con l'abilità dei momenti di riposo gli dà una forma, lo fa simile a
un'immagine umana.
1Pt 2,24 Egli portò i nostri peccati nel suo
corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo
per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti.
Ho scelto un legno che non è citato nella Scrittura: il Faggio. Il legno di faggio, omogeneo e pesante, privo di elasticità ma resistente, inizialmente di colore bianco o, col tempo, rossastro, mi è sembrato ideale per richiamare l'incarnazione: il bianco dell'Agnello che immolato si tinge di rosso. La croce appare omogenea guardandola di fronte, mentre sul retro appare il contrasto, la deformazione, lo sbalzo delle braccia della croce.
La terracotta: segno della cambiamento.
Lc 12,49 Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!
Dalla terra del primo Uomo Adamo che passando dal fuoco si fa pietra, roccia. La croce è
il battesimo che Gesù desidera ardentemente vivere per offrire il fuoco dello Spirito.
Lasciamoci plasmare dalla Croce per essere discepoli che seguono il Maestro il cui giogo è
soave e il carico leggero.
Don Raffaele