Campeggi Riuniti - Articolo

Campeggi Riuniti

▪ Pastorale del Turismo ▪ Diocesi di Milano ▪

L’Arcivescovo ai campeggi: «Tutto quanto ci sta attorno ci parla dell’amore di Dio»

Giornata in visita ai gruppi ambrosiani accampati nei dintorni di Santa Caterina, tra cui quello di Malnate, in festa per il 50° di questa esperienza estiva. Nell'omelia l'invito a riconoscere i motivi per cui rendere grazie al Signore

«Grazie, parlami, eccomi»: tre parole per dire un mondo di bene del quale rendere grazie al Signore. Sono quelle che l’Arcivescovo raccomanda – come nei suoi famosi editti – ai 600 ambrosiani, in maggioranza giovani e adolescenti, ma anche educatori e genitori riuniti per la sua annuale visita ai campeggi, quest’anno compiuta salendo fino a Santa Caterina di Valfurva, in provincia di Sondrio. Là dove ha piantato le tende – è proprio il caso di dirlo – il campeggio MaGuSs, ossia delle parrocchie dell’unità pastorale Malnate, Gurone e San Salvatore, giunto al giro di boa dei cinquant’anni.

Tra le magliette rosse commemorative, indossate dai piccolissimi fino agli anziani, e i colori dei partecipanti alle vacanze estive – provenienti da Cusago, Cernusco Lombardone-Osnago, Desio e Lainate e accolti in alcune vicine case per ferie -, l’Arcivescovo fa il suo ingresso nel grande spiazzo all’aperto, dove presiede l’Eucarestia dopo essere stato accolto con il canto e il «kaire» dei giovani.

La sosta alla “Benedicta”
Un momento atteso e preparato con cura, preceduto dalla breve sosta alla “Benedicta”, presso cui poco prima aveva incontrato gli adolescenti di Azione cattolica, divisi in due gruppi. «Scrivetemi una lettera per comunicarmi tre punti sui quali ciascuno di voi vuole impegnarsi a cambiare il mondo», dice l’Arcivescovo ai ragazzi che prendono parte anch’essi alla successiva Messa. Rito concelebrato da 12 sacerdoti, tra cui don Massimo Pavanello (responsabile del Servizio diocesano per il Turismo e Pellegrinaggi), don Giuseppe Lazzati (parroco di Malnate), il coadiutore don Alessandro Sacchi, mentre in prima fila trovano posto, con le fasce tricolori, i sindaci Nadia Cannito (prima cittadina di Malnate da sola 15 giorni, accompagnata dal gonfalone della città) e Luca Bellotti (Valfurva). E, poi, naturalmente tanta gente: gli immancabili Alpini, le Associazioni del volontariato e sanitarie, il coordinatore del Gruppo Campeggi riuniti, Angelo Pezzoni, molte famiglie.

La gioia della cordata
Della gioia di sentirsi in cordata parla, nel suo saluto di benvenuto, don Lazzati: «Una cordata in cui c’è sempre qualcuno che dà il passo giusto – l’Arcivescovo – e che porta a una meta, il Signore Gesù. Vorremmo ricordare – conclude – tutti quelli che hanno collaborato a creare questa perla preziosa che è il nostro campeggio, una preziosità che non vogliamo disperdere». Come è evidente, se si considera che Malnate ha organizzato quest’estate ben 5 turni di campeggio a Santa Caterina, dove ora sta trascorrendo il proprio periodo di vacanza il terzo, costituito dai ragazzi delle seconde e terze medie.

Le parole dell’Arcivescovo
Monsignor Delpini si rivolge a tutti, seduti sull’erba in un grande semicerchio che abbraccia l’altare arricchito dei fiori di campo, affiancato dall’icona dei Campeggi Riuniti e sul quale viene posta la piccola croce in legno (per entrambi i manufatti si tratta degli originali, ma copie sono presenti in ogni campeggio).

«Vorrei raccomandarvi tre parole: la prima è “grazie” – spiega, parlando ai più giovani -. Pensavo di non valere niente, invece, tu Signore mi hai rivelato che sono oggetto della cura di tante persone che si dedicano a me; cercando di fare cose belle ho capito che anch’io valgo: tutto quello che è intorno a me parla dell’amore di Dio e del suo dono. Grazie per avermi dato la vita. Anche voi che fate servizio, che siete preti o guida di questi ragazzi potete dire grazie e bisognerebbe ripeterlo ogni volta che ci si sveglia e quando ci si addormenta la sera», scandisce monsignor Delpini.

La seconda parola è «parlami», «perché io non so dove sia la strada che porta alla meta. Parlami, dimmi chi sono, quanto valgo, qual è il significato della vita; parlami nel silenzio che si può trovare in questi giorni tra queste montagne: parlami con la voce degli amici, dei sacerdoti, degli educatori, dei genitori. Se non mi parli, senza la Tua parola, la vita è una confusione, la morte una condanna, la vicinanza degli altri un pericolo. Aiutami a vedere che la grandezza è nel servire e non nell’occupare i primi posti».

La terza è «eccomi»: «Quando mi hai parlato, io dico eccomi, quando vedo una persona che piange devo dire eccomi. Grazie che mi hai chiamato e mi hai dato la vita. Sotto questo cielo, tra questo verde, è una giornata bella, ma dobbiamo imparare a vedere il bello anche nei giorni in cui non tutto va bene ed è facile».

Annamaria BRACCINI - 14/07/2024 - Chiesa di Milano