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visita dell'arcivescovo ai campi estivi degli oratori milanesi

Il cardinale Tettamanzi ai ragazzi: «Coltivate la solidarietà»

«L'esigenza di sicurezza non può mai essere declinata contro quella altrettanto necessaria dell'accoglienza»

«Umana e umanizzante». Dal ritiro della Val Grisenche, dov'è arrivato per salutare i ragazzi dei campi estivi degli oratori milanesi, Dionigi Tettamanzi parla di sicurezza. Anzi, dell'«esigenza di sicurezza», che mai però, in nessun modo, può essere declinata contro quella altrettanto necessaria dell'accoglienza. Omelia tra i giovani in festa. «Tutti pazzi per Tettamanzi», il coro dedicato al cardinale in visita alle tende del campeggio. Nessun cenno diretto alle polemiche di questi giorni, ma le parole suonano chiare: «Diversamente, il rischio è che una sicurezza di questo genere cozzi o comunque sminuisca enormemente quella solidarietà e quell'accoglienza che sono invece sempre necessarie».

Il discorso della solidarietà è molto ampio e articolato e comporta indubbiamente come primo passo l'accoglienza. Se una persona non accoglie vuol dire che si richiude in se stesso e per lui tutto il mondo è il proprio io; invece accoglienza significa aprirsi all'altro». «Solidarietà + sobrietà = felicità» è lo slogan scelto per i campi estivi edizione 2009 organizzati dalla diocesi di Milano. «Un messaggio bellissimo», si compiace Tettamanzi: «Perché non c'è nessuno al mondo che non voglia essere felice». Messaggio chiaro: «Qui i ragazzi ci dicono che la strada per essere felici è stare insieme, essere un gruppo, un paese, una città, un popolo, una realtà che sa affrontare la vita non nell'esagerazione, nel consumismo, nell'arricchimento materiale, ma secondo una giusta misura».

Si deve partire da qui per affrontare la crisi, «in un clima di speranza, perché il lamento continuo non può funzionare». E alla speranza — osserva — si ispira anche l'ultima enciclica di Ratzinger «Caritas in Veritate»: «La vita vale nella misura in cui siamo in grado di spenderla per gli altri». Poi arrivano le foto di gruppo, le ola, i cori da stadio. «Siete benedetti da Benedetto», risponde il cardinale. Che ieri per non disturbare il relax del Pontefice non è salito nella vicina Les Combes. I suoi ragazzi però sono pronti: tra una decina di giorni si scalerà la montagna pontificia.

Andrea Senesi - 17/07/2009 - Corriere della Sera