Campeggi Riuniti - Articolo

Campeggi Riuniti

▪ Pastorale del Turismo ▪ Diocesi di Milano ▪

Duemila e cinquecento metri sopra il cielo

Duemila e cinquecento metri sopra il cielo. Anche questo è oratorio estivo, per i ragazzi della diocesi, sull'altura impervia ma limpidissima del Passo Gavia. E poi molto più a valle, ai 1.150 metri di Temù (Bs) e ai 1.500 di Vermiglio (Tn). In questi luoghi ha sostato ieri l'arcivescovo Dionigi Tettamanzi, in visita nei campeggi e nelle case albergo della diocesi. Un giro tra le località alpine per pregare e parlare con alcuni dei 50mila, tra bambini e adolescenti, che stanno partecipando ai campi estivi con le rispettive parrocchie. Mille e settecento educatori e quasi altrettanti volontari, in gran parte genitori, sono al fianco dei ragazzi in un'esperienza che, per il cardinale, «resta impressa per tutta la vita nei ragazzi che cresceranno», e che per questo è un «investimento educativo» importante per la Chiesa di Milano. I primi campeggi estivi nacquero negli anni '40 e quelli delle parrocchie legnanesi di San Domenico e San Magno hanno compiuto i sessant'anni di vita.
I ragazzi tornano ogni anno fin che possono, e quando sono troppo grandi per partecipare diventano spesso animatori. Come Luca, non vedente, in campeggio fin da piccolo, e fino a divenire lui stesso un educatore. Poi c'è l'impegno dei genitori, le mamme soprattutto, che ogni anno accompagnano i figli, fanno le cuoche, il bucato, e per farlo prendono le ferie apposta. E magari tornano anche quando i figli sono cresciuti, come le signore di Cologno che in questi giorni accompagnano i ragazzi a Vermiglio. Al Passo Gavia, ultimo confine di Brescia, temperatura di poco sopra lo zero e silenzio totale, fino a fine mese ci sono le tre parrocchie di Arcore, tra lunghe tavolate, libri di preghiera, dolci fatti a mano e centinaia di paia di scarponi raccolti nei sottoscala.
A Vermiglio, in Val di Sole, nella mattinata il cardinale ha celebrato la Messa con i ragazzi di Senago, Cologno Monzese, Rovello Porro, Legnano, Carate Brianza, Canegrate, Gorla. C'erano anche un centinaio di giovani di Santa Maria Nuova, ad Abbiategrasso, in festa per la liberazione di padre Bossi. Poi Santa Caterina Valfurva, alla «Benedicta» del Coe (Centro orientamento educativo, fondazione diocesana) con i diciottenni dell'Azione cattolica. E stamattina alle 10.30 ci sarà la Messa per la festa di San Giacomo apostolo insieme ai ragazzi dei campeggi di Santa Caterina.
«Non siamo orfani, soli, abbandonati - ha ricordato a tutti l'arcivescovo durante la Messa celebrata all'aperto, sotto una tettoia che riparava da sole e pioggia che si alternavano -. C'è un Padre che ci prende per mano e ci accompagna nella vita». E proprio come in campeggio si ricostruisce una «famiglia», «Gesù ci ricorda che la sua famiglia siamo noi». Alla fine del campeggio (che in genere dura una decina di giorni), «tornerete a casa con il cuore ricco di gioia» ha promesso il cardinale. La gioia «di far parte della famiglia di Gesù». Una gioia scoperta dai ragazzi fra il silenzio dei boschi e le passeggiate.
Fra i canti e le risate. «Al vostro rientro in città - li ha esortati l'arcivescovo - fate vedere che siete cristiani seri, impegnati, adulti.
Qui state imparando a ringraziare il Signore per i suoi doni, come la natura e l'esperienza del campeggio. E ciascuno di noi - ha concluso - è un dono del Signore».

Annalisa Guglielmino - 25/07/2007 - Avvenire